Il Parlamento Europeo da il via definitivamente alla rivoluzione nella rendicontazione ESG

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Che cosa è la CSRD?

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Oggi il Parlamento Europeo ha approvato definitivamente la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) – presente una scheda di approfondimento nella sezione “Guida alla sostenibilità” sul nostro sito. 
Con questo passaggio si conclude, quindi, l’iter approvativo a livello comunitario della Direttiva che modifica significativamente sia i criteri sia la platea di soggetti obbligati, nel corso del prossimo biennio, a predisporre il Bilancio di Sostenibilità. 


Confermati i criteri che definiscono l’obbligatorietà di redazione del documento: 

  • Fatturato oltre i 40 milioni di euro;
  • Attivo patrimoniale oltre i 20 milioni di euro;
  • Dipendenti medi nell’anno oltre 250. 
    Il superamento di almeno due dei tre criteri sancisce l’obbligatorietà nella rendicontazione sui temi della sostenibilità. 
    Dalle stime effettuate sul contesto italiano si passa dalle attuali 200 aziende, perlopiù società quotate o grandi gruppi industriali (definiti Enti di Interesse Pubblico – EIP) a circa 5.000 aziende. 


Riviste poi le date per adeguarsi alla normativa: 

  • Dal 2025 (sull’esercizio 2024) per le imprese che già producono la Dichiarazione Non Finanziaria ai sensi del D. Lgs. n. 254/2016;
  • Dal 2026 (sull’esercizio 2025) per le imprese che ricadono nell’ambito della CSRD e non producevano già la DNF;
  • Dal 2027 (sull’esercizio 2026) per le PMI quotate che ricadono nell’ambito della CSRD, con l’opzione di non applicare la nuova normativa (“opt-out option”) per due anni (ovvero fino al FY 2028), salva la necessità di spiegare perché l’impresa ha deciso di avvalersi di tale opzione e per le istituzioni creditizie piccole e non-complesse e le imprese assicurative “captive”;
  • Dal 2029 (sull’esercizio 2028) per le filiali di imprese extra-UE che ricadono nell’ambito della CSRD.


La scadenza, per le nuove aziende coinvolte, è quindi Marzo 2026 entro il quale andrà approvato e depositato il nuovo Bilancio di Sostenibilità fermo restando, in ogni caso, la sempre maggiore pressione da parte dei grandi player sui propri fornitori di adottare pratiche di rendicontazione ESG a prescindere dalla normativa. 
Si apre quindi un periodo dove, oltre a gestire le complessità endogene ed esogene, sarà fondamentale pianificare con criterio tempi e modalità di implementazione dei presidi sui temi ESG. 

 

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